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Tra i rovi

Dopo un anno e mezzo di anestesia ho avuto quasi la sensazione che la passione stesse per lasciare il passo alla rassegnazione. Quello che più mi piace fare sembrava un miraggio e la speranza di un ritorno alla normalità era ancora lontano.

Anche quando le condizioni lo hanno permesso non è stato facile convincersi a rimettersi in gioco, ricominciare a progettare, selezionare ed emozionarsi.

Ma la passione è una fiammella che non puoi spegnere.

E quindi, da settembre, eccomi nuovamente in gioco; questa volta l’immagine che mi ha ispirato è stata quella di una guida che porta i suoi ragazzi all’interno di un roveto. Si mette davanti a tutti, macete alla mano, e via a far spazio tra i rovi.
Conosce vagamente la strada e guida la sua truppa attraverso sentieri che sembrano segnati ma che poi si interrompono; e quindi si cambia strada una due e più volte, senza perdere l’entusiasmo.

La guida apre la strada, toglie i rami più grossi, aiuta nel lavoro di scorgere il sentiero e far passare la luce, che riscalda e rassicura.

Il gruppo è motivato e saldo alla partenza..non sa cosa lo aspetta.

La prima serata sembra portare in un vicolo cieco: Il sangiovese di Romagna. Serata interessante e molto didattica, una zona nuova per tutti con un vitigno che tutti credono di aver conosciuto ma che apre una serie di porte verso qualcosa di nuovo. Un territorio inesplorato e un denominatore comune, la finezza e la delicatezza dei vini assaggiati. Note di merito per il “PRIMO SEGNO 2018” di Villa Venti e “I PROBI 2016” di Villa Papiano perché espressione di eleganza e profondità a questa denominazione.

Durante la seconda serata abbiamo trovato un sentiero già parzialmente segnato: la Toscana e il sangiovese. Abbiamo esplorato certezze (Montalcino, Chianti, Bolgheri) e nuove realtà (colline di Pistoia e Maremma) che ci hanno in qualche modo disorientato in quanto non abbiamo trovato una linea comune ma tanti piccoli splendidi pianeti che ruotano all’interno di un sistema solare enologico, la Toscana. Ricordiamo qui tra i tanti il “CHIANTI CLASSICO 2019 ” di Fattoria Pomona per una nuova ma al tempo stesso classica rivisitazione del sangiovese e il “PILANDRA 2016” dei fratelli Falzari per la sorpresa e la complessità del suo sangiovese in purezza.

L’ultima serata dell’anno è stato un quadro di Pollok a tinte salate: L’isola dei tesori. Tanti schizzi di vino dalla Sicilia alla Sardegna, spingendoci fino all’Australia. Una serata divertente e gustosa, con tutti i vini che hanno colpito almeno un componente della ciurma; sicuramente il cannonau “CNS 2016” di Quartomoro l’ha fatta da padrone, convincendo per eleganza, intensità e gusto.

Ora l’anno sta per finire e dobbiamo (ahinoi) appoggiare fuori dalla finestra la lanterna con la nostra passione ma speriamo di riprenderla presto e di posizionarla, come merita, al centro della nostra tavola. Abbiamo ancora molti sentieri da aprire; io , nel mentre, affilo il mio macete.

30/12/2021

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