La Valtellina in 4 parole
Queste righe riportano le impressioni a caldo riversate su un foglio appena tornato da un weekend intenso in un luogo prima a me sconosciuto, la Valtellina.
Era il maggio del 2016, grandi cose stavano per accadere e questo viaggio fu il preludio ad un’estate che mi avrebbe cambiato la vita, per sempre. Un viaggio che mi riempì gli occhi di bellezza e l’animo di una stima infinita per gli uomini e le donne conosciute.
Quattro visite a quattro realtà diverse ma che ben si integrano in un territorio solo all’ apparenza semplice (vedi le sottozone imparate a memoria durante i corsi per aspiranti sommelier).
“ Giocando con la fantasia ho cercato di dare un vestito, una parola, ad ogni visita; tutte assieme formano l’ idea di Valtellina che mi sono fatto e che porto ancora con me, anche dopo diversi anni.
CURA
Il viaggio inizia nell’ azienda Sandro Fay, dove le viti vengono curate maniacalmente, sono chiamate per nome, ad ognuna viene lasciata la propria specificità ed il proprio modo di esprimersi. Marco, oggi alla guida dell’ azienda con la sorella Elena, trasmette l’amore per il territorio e per il futuro di questo. I loro vini comunicano eleganza ed austerità ma lasciano intravedere la ricerca e la sperimentazione che Marco vuole portare, affiancandola alla tradizione.
UMANITA’
Veniamo accolti poi da un’icona della Valtellina, Casimiro Maule, che tramite l’azienda che dirige ormai da 45 anni, la Nino Negri, è riuscito ad esportare l’immagine della valle in tutta Italia e al di là dell’oceano. L’ umiltà che trasmette, i gesti lenti, le parole sussurrate e mai sprecate ci fanno capire di essere davanti ad una persona che non è solo l’anima dell’azienda ma anche padre per i propri dipendenti, spalla per i conferitori e sicurezza per i clienti. I suoi vini sono sorprendentemente agili e con un grande futuro davanti.
ATTESA
Il nebbiolo, qui chiavennasca, è un vitigno che regala vini maratoneti, che emergono alla distanza. Nell’ azienda Balgera questo lo hanno capito e attendono, fiduciosi, che il tempo possa dire la sua. Non a caso qui i vini escono dopo minimo 12 anni dalla vendemmia; un caso che può sembrare più unico che raro ma che per Luca, figlio di Paolo Balgera, è la normalità. Emozione e finezza di palato accompagnano la nostra degustazione. Un caro ricordo all’annata 1983 degustata per l’occasione, non più smagliante ma ancora con un filo di voce presente a ricordare da dove si è partiti.
INTRAPRENDENZA
L’ultima visita ci regala tre nebbioli in un’unica volta; incontriamo così Giuseppe, Siro e Alfio rispettivamente delle aziende BOFFALORA, TERRAZZI ALTI, ALFIO MOZZI. Le loro storie sono tra le più diverse, chi meccanico d’ auto, chi fabbro e chi vignaiolo per tradizione ma tutti accomunati dall’ amore per il proprio territorio. E così, spinti da un sogno, uniscono le forze per poter dar vita, ognuno a modo proprio, alla propria idea di Valtellina. Il risultato lo si sente nel bicchiere; i loro vini sono diretti, senza mezze misure ma con un tocco gentile, come la loro ospitalità.
E in tutto questo dove sono le note di degustazione e i punteggi? Bhe, li abbiamo lasciati lassù, in mezzo ai terrazzamenti ed ai sentieri che si inerpicano tra le vigne, lasciando a chi vuole la curiosità di andare a cercarle”
Ancora oggi, quando mi capita di bere un vino valtellinese, mi approccio con rispetto, chiudendo gli occhi e cercando di immaginarmi ancora là, immerso nella magia di quei luoghi.