Vino e ricordi
Quando finisco una bottiglia di vino, oltre alla tristezza per la fine di un momento di piacere, mi porto sempre a casa qualcosa. Apro, riempio e chiudo delicatamente i cassetti della mia memoria, infilandoci dentro un ricordo.
Ecco a me piace dividere questi ricordi tra i ricordi col vino e i ricordi nel vino.
I primi ti riportano in un preciso momento (con annessi luoghi, persone, sensazioni) nel quale hai bevuto un certo vino mentre i secondi sono quei ricordi che affiorano bevendo un bicchiere, che come un salto spaziotemporale ti rimbalzano chissà dove ma il più delle volte in frammenti di vita passata che neanche sapevi di avere vissuto.
Cerco di spiegarmi meglio con degli esempi, per me significativi.
IL PRIMO APPUNTAMENTO
Credo sia stata una fredda e uggiosa mattina di dicembre dove tutto è cominciato. Il luogo del misfatto è un piccolo borgo toscano, Montepulciano, e la compagnia è quella di un gruppo di adolescenti (avevo credo sedici anni) in gita con la parrocchia. In cerca di un riparo e di un po’ svago seguiamo sottoterra un cartello con scritto “Degustazione Gratuita”. Lì ,tra assaggi di improbabili (e troppo giovani) Nobili di Montepulciano in piccoli bicchieri di carta e ingozzamenti con pane toscano che sognava qualche goccia d’olio in più, ho sentito l’attrazione quasi fatale di acquistare la mia prima bottiglia di vino.
IL BRASATO DI MAMMA
E’ stato come aprire una porta socchiusa. La cronaca narra di un Barolo Rocche dell’Annunziata Aurelio Settimo di una imprecisata annata e di come il mio ancora inesperto naso mi abbia trasportato all’età di sei anni. Posso vedere ancora davanti a me la mia mamma che in un sabato sera invernale (lo so perchè vedo che fuori è già buio e sono le sei di sera) è intenta a preparare il brasato per il pranzo della domenica , sento l’alloro e le spezie calde,confortanti. Abbasso l’occhio e vedo anche il forno acceso con una crostata ai frutti di bosco, mi guardo le mani..viola..more. Sarà una bella domenica.
UNA NUOVA SCOPERTA
Era il mio primo Vinitaly, avevo 24 anni e un accredito datomi da un amico di un amico di un mio amico. Dopo le prime ora di posate degustazioni, cercando di mordere il freno a quella vocina che dentro mi diceva “bevi tutto quello che trovi”, mi stavo per lasciare andare quando incappai in uno stand minuscolo di un importatore di vini. Attratto da non so cosa mi sono avvicinato e dopo due parole mi serve un vino tedesco, luminoso, con un profumo mai sentito. Senza neanche stare li a pensare lo assaggio, pensando già ai Taurasi che avrei bevuto dopo, ma qualcosa mi blocca. Un’ emozione mai provata prima mi scioglie dentro, era il mio primo riesling.
L’ ESTATE IN VIGNA
Dai nonni a fine estate si stava tutti attorno alla tavola sotto la vite di “uva americana”. Chi giocava a carte, chi leggeva e io che mai contento, chicco dopo chicco, mangiavo grappoli di quello che era per me un piacevole diversivo a quelle giornate tutte uguali. Quando mi è capitato poi , più per studio che per amore, di assaggiare alcuni Bracchetti d’Aqui mi sono sentito ancora sotto a quella vigna semplice, vinosa con quella leggera malinconia che ti lasciano le sere di fine estate.